mercoledì 22 maggio 2013

LE CELLULE STAMINALI



Le cellule staminali sono cellule il cui destino non è ancora "deciso". Possono originare vari tipi di cellule diverse, attraverso un processo denominato "differenziamento".Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano, le cellule staminali, situate nell'embrione, sono diverse da tutti i tipi di cellule esistenti nell'organismo, ovvero da quelle cerebrali, ossee, cardiache, muscolari, ecc. La possibilità di controllare lo spettacolare potere di queste cellule staminali embrionali, allo scopo di curare vari tipi di malattie, entusiasma gli studiosi. Per esempio, il morbo di Parkinson e l'Alzheimer sono il risultato di lesioni in gruppi determinati di cellule cerebrali. Con la realizzazione di un trapianto di cellule staminali gli scienziati sperano di sostituire la parte di tessuto cerebrale danneggiata.In un futuro prossimo, la ricerca sulle cellule staminali potrà rivoluzionare il modo di curare tante altre "malattie mortali" come l'ictus, il diabete, le malattie cardiache e, addirittura, le paralisi.
Gli atteggiamenti verso l'uso di cellule staminali ai fini della ricerca o di cure mediche variano da un paese all'altro. In Germania, per esempio, l'estrazione di cellule staminali da un embrione umano è considerata illegale.In Gran Bretagna, invece, è perfettamente legale, ma le leggi in materia sono rigorose: gli scienziati britannici possono utilizzare embrioni umani a fini di ricerca fino a quattordici giorni dopo la fecondazione dell'ovulo. In questo momento, l'embrione è un insieme di cellule, grande più o meno come un quarto della testa di uno spillo (0,2 mm).
In Italia lo studio delle cellule staminali è finanziato dal Governo che fornisce i finanziamenti solo ai ricercatori che rispettano le leggi. Per finanziare questo studio è stato firmato un documento che impegna lo Stato italiano a stanziare i fondi per le ricerche che non implicano la distruzione di embrioni, valorizzando la ricerca sulle cellule staminali adulte, comprese le cordonali. Nel nostro paese, quindi, non è possibile prelevare le cellule staminali embrionali, poiché comporterebbe la distruzione del feto, peròè possibile per i centri di ricerca comprare gli embrioni all’estero.In molti paesi non esistono ancora leggi esplicite atte a disciplinare la ricerca sulle cellule staminali umane.
Essendo l'utilizzo di embrioni una questione di grande controversia in termini etici, gli scienziati di tutto il mondo cercano altre fonti di cellule staminali. Il tipo di cellule staminali che si trova nel midollo osseo degli adulti sembra essere una possibilità. Queste cellule staminali sono potenzialmente già capaci di differenziarsi in una gran varietà di globuli rossi nell'arco del ciclo vitale.In futuro, gli scienziati sperano di manipolare queste cellule staminali adulte affinché, invece di produrre soltanto globuli rossi, possano dare origine a cellule cerebrali, epatiche, cardiache e nervose. Nonostante tutto, è probabile che le cellule staminali embrionali rappresentino, nel frattempo, una prospettiva più immediata per nuovi trattamenti e cure. 
DA DOVE PROVENGONO GLI EMBRIONI UMANI?
In tutta l'Unione Europea ci sono, attualmente, almeno 100.000 embrioni "di riserva" conservati in specifici congelatori. Questi embrioni vengono creati durante la fase di routine delle cure contro la sterilità (FIVET). Un solo ciclo di trattamento di FIVET comprende la fecondazione simultanea di più ovuli. In seguito, vari ovuli fecondati vengono reimpiantati nella madre, mentre i rimanenti vengono congelati nell'eventualità in cui il primo tentativo di fecondazione non andasse a buon fine.Se la FIVET ha invece successo, la coppia può decidere se donare gli embrioni inutilizzati a fini di ricerca oppure eliminarli.Tuttavia, non si è mai riusciti a prendere una decisione sul destino degli embrioni congelati. Negli ultimi vent'anni, dall'inizio della FIVET, molti donatori hanno cambiato casa, si sono risposati (cambiando cognome, nel caso delle donne) o addirittura sono deceduti. Le cliniche possono non essere in grado di rintracciarli e il destino di molti embrioni rimane pertanto incerto.
Una seconda fonte di cellule staminali, ancor più polemica, sarebbe la creazione di embrioni unicamente a fini di ricerca o cura. Non è mai esistita alcuna intenzione di impiantarli in una donna. La creazione di un embrione con queste finalità è considerata da molte persone (e da alcuni governi) eticamente scorretta. In qualsiasi caso, esistono già milioni di spermatozoi e migliaia di ovuli non fecondati congelati in cliniche di fertilità di tutta Europa. Se quegli spermatozoi fossero utilizzati per fecondare i suddetti ovuli, sarebbe disponibile un numero di embrioni ancora maggiore per ottenere cellule staminali e poter quindi curare alcune malattie.
Esiste infine un ultimo modo di ottenere embrioni umani, basato sull'utilizzo della tecnica della clonazione. Questa tecnica consiste nella creazione di un embrione umano contenente la composizione genetica completa di una persona in vita. Se fosse trapiantato nell'utero di una donna, l'embrione potrebbe tecnicamente trasformarsi in un clone (cioè una copia geneticamente uguale) di quella persona. Se fosse utilizzato per compiere ricerche, l'embrione fornirebbe cellule staminali per la cura di alcune malattie.
LA CLONAZIONE UMANA: PANORAMA GENERALE
Clonare significa produrre una copia geneticamente uguale di un individuo.La procedura è la seguente: gli scienziati otterrebbero il DNA partendo da una cellula epidermica e lo collocherebbero nell'ovulo di una donna da cui sia stato precedentemente estratto il DNA. Una scintilla elettrica dividerebbe l'ovulo e, dopo alcuni giorni, si otterrebbe un embrione uguale all'altro.La stampa ha parlato molto della clonazione umana. In realtà, la maggior parte degli scienziati non è interessata a realizzare cloni umani. Quello che gli scienziati tentano di fare è produrre cellule umane clonate che possano essere utili nella cura di alcune malattie. Ecco come potrebbe funzionare: immagina di avere una malattia che sta distruggendo lentamente parte del cervello. I trattamenti attuali riuscirebbero appena a ridurre i sintomi, mentre la malattia continuerebbe a provocare lesioni a livello cerebrale. La clonazione offrirebbe quindi una speranza di cura. Gli scienziati produrrebbero un embrione clonato utilizzando il DNA delle cellule epidermiche. In seguito, preleverebbero le cellule staminali da questo embrione, trasformandole in cellule cerebrali, da trapiantare nel cervello.
LA CLONAZIONE UMANA: I RISCHI
L'obiettivo della ricerca sulla clonazione umana non è mai stato quello di clonare persone o creare bambini di riserva.La ricerca ha come obiettivo quello di ottenere cellule staminali per la cura di alcune malattie. Tuttavia sono stati pubblicati i risultati delle ricerche sulla clonazione animale e umana allo scopo di ottenere cellule staminali. Come nel caso di altre scoperte scientifiche, queste pubblicazioni sono disponibili a livello mondiale.
Era quindi inevitabile che un giorno queste conoscenze fossero utilizzate in modo scorretto. Infatti, diverse persone in tutto il mondo hanno diffuso l'idea di clonare un bambino.Queste persone non lavorano per alcuna università, ospedale o istituzione governativa. In generale la comunità scientifica a livello mondiale si è opposta con decisione a qualsiasi ipotesi di clonare un neonato. Secondo John Kilner, presidente del Centro per la Bioetica e la Dignità Umana negli Stati Uniti, "La maggior parte delle ricerche pubblicate dimostra che la morte o la mutilazione del clone sono risultati molto probabili nella clonazione di mammiferi".
I medici considerano i rischi della clonazione umana molto elevati."Sottoporre gli esseri umani alla clonazione non significa correre un rischio sconosciuto, bensì mettere le persone consapevolmente in pericolo", afferma Kilner. La maggior parte degli scienziati è della stessa opinione. La grande maggioranza dei tentativi di clonazione di un animale ha dato come risultato, in seguito all'impianto, un embrione deformato oppure un aborto. Gli studiosi sostengono che i pochi animali nati in seguito a clonazione presentano malformazioni, come per esempio deformazioni del rivestimento polmonare, non rilevabili attraverso analisi o test uterini. Chi di noi accetterebbe questi risultati in un esperimento effettuato sui bambini?
Staff Progetto Art. 9

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