Un terzo della
produzione alimentare mondiale finisce in pattumiera. Vale la pena ricordarlo
oggi (e non solo oggi), 5 giugno, che è la Giornata Mondiale
dell’Ambiente.
Snocciolare le cifre
dello spreco, proprio mentre l’Occidente è ancora stretto tra le maglie della
crisi economica, è il punto da cui partire per provare a fare meglio. Cominciamo
con le cattive notizie.
Un terzo della
produzione mondiale di cibo, pari a 1,3 miliardi di tonnellate va sprecata nel
passaggio dalla terra al consumatore. Nelle nazioni industrializzate venditori
e consumatori gettano circa 300 milioni di tonnellate destinate al consumo,
pari a più del cibo totale netto prodotto nell’Africa Sub-Sahariana e pari al
quantitativo che sarebbe sufficiente a sfamare 900 milioni di persone
malnutrite nel mondo. Nei paesi industrializzati le famiglie sono responsabili
di un terzo del cibo sprecato.
E adesso la buona
notizia: sprecare meno si può. Ce lo ricorda Think.Eat.Save, la campagna
lanciata da UNEP, il Programma della Nazioni Unite per l’Ambiente e FAO,
l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, per
la riduzione degli sprechi alimentari, quest’anno tema della Giornata Mondiale
dell’Ambiente.
“Pensa prima di
mangiare e contribuisci a salvare la natura” è il claim della campagna e a fare
gli onori di casa per la 41ma edizione è la Mongolia, una delle nazioni a più rapida
crescita nel mondo impegnata in una transizione verso un’economia verde. Scelta
perché, come si legge nel sito della campagna, “la vita nomade di una gran
parte del suo popolo fornisce da sempre risposte allo spreco di cibo che
caratterizza il nostro tempo”. Come i “borts“, strisce di carne bovina
concentrata della grandezza del pugno di una mano ma dotate del valore proteico
di un’intera mucca. Prodotto che veniva grattugiato nell’acqua calda per farne
ministre iperproteiche.
La buona notizia,
dicevamo: possiamo fare molto per contenere i rifiuti alimentari e l’impatto
ambientale legato alla loro produzione. A casa, al ristorante, al supermercato,
ecco il decalogo di Think.Eat.Save:
Pianifica gli acquisti, usa una lista della spessa ed
evita gli acquisti “d’impulso”. Non lasciarti irretire dalle promozioni che ti
spingono a comprare più del necessario.
Non comprare frutta e verdura “bella”. Significherebbe
incoraggiare la pratica di gettare via ciò che non è “perfetto” in termini di
grandezza, colore e forma.
Considera che la maggior parte dei cibi può essere consumato
anche dopo la scadenza.
Utilizza quello che è già nel frigorifero prima di
acquistarne o prepararne altro. Risparmierai tempo e soldi e prendi l’abitudine
di riutilizzare gli avanzi per preparare piatti gustosi.
Surgela i prodotti freschi e gli avanzi se pensi di non
consumarli prima che vadano a male. I prodotti surgelati resistono molto a
lungo.
Se mangi fuori casa, chiedi porzioni più piccole.
Alcuni ristoranti mettono a disposizione mezze porzioni a prezzi ridotti.
Trasforma in compost gli avanzi. Riduce l’impatto del
cibo sull’ambiente e rimette in circolo le sostanze nutritive.
Cucina seguendo l’ordine di acquisto. Tieni d’occhio
la dispensa. Prima utilizza i prodotti che hai acquistato per primi e sistema
gli alimenti acquistati per ultimi in fondo alla dispensa. Fai in modo di avere
quelli più vecchi in evidenza.
Gli avanzi di carne di oggi sono il panino di domani.
E il pane vecchio i crostini di dopodomani. Sii creativo! Al ristorante non
vergognarti di chiedere di impacchettarti gli avanzi! E surgelali se pensi di non mangiarli subito.
Regala cibo non deperibile a banche locali del cibo. E
se sei un ristoratore regala quello che resta a fine giornata!
Un decalogo che non
esaurisce certo la lista delle raccomandazioni anti-spreco (ma potrebbe
aiutarci a posticipare il consumo di insetti e meduse).
Staff Blog
Formicola