Nonostante nell'antichità si fumassero
tante essenze, il fumo è tradizionalmente legato al consumo di
tabacco.
Il tabacco
Con questo nome si indicano varie specie
di piante erbacee appartenenti al generevNicotiana. Di provenienza
centroamericana, fu introdotto in Europa intorno al 1560 e si diffuse nelle
regioni a clima temperato fino ad essere coltivato industrialmente. Fu la spedizione
di Colombo che, sbarcando a Cuba, scoprì indigeni che fumavano rotoli di cohiva (nella
lingua locale i rotoli erano detti tobaccos). Presso i Maya il fumo
era parte integrante del culto del dio Sole, mentre gli Aztechi usavano il
tabacco come dote che il pretendente doveva versare in base alla bellezza della
sposa. I missionari spagnoli e portoghesi diffusero il tabacco in tutto il
mondo, chiamandolo erba santa e attribuendogli presunte
proprietà medicamentose.
La pianta arriva fino a 2 m di altezza con
fusto eretto e peloso. Le foglie allungate o ellissoidali contengono nicotina e
composti aromatici. Da esse si ricava il tabacco da fumo o da masticare (Nicotiana
tabacum) e quello da fiuto (Nicotiana rustica) attraverso un
processo che comporta l'essiccamento, la fermentazione e la stagionatura delle
foglie. Il principale alcaloide contenuto nelle foglie del tabacco è la nicotina (dal
nome dell'ambasciatore francese a Lisbona Jean Nicot che nel 1560 introdusse in
Francia il tabacco) che ha effetti neurotropi sul sistema nervoso centrale e
sul sistema nervoso neurovegetativo, con effetti ipertensivi, di accelerazione
della frequenza cardiaca e di incremento della secrezione acida dello stomaco.
In agricoltura è usato come pesticida. I fiori del tabacco sono bianchi,
rosati, rossi e verdastri e hanno corolla tubulosa. I frutti a capsula
forniscono molti semi marroni dai quali si ottiene un olio semiessiccativo. I
principali produttori di tabacco sono Cina, Stati Uniti d'America, India,
Brasile, Russia, Turchia.
Un po' di cifre
In Italia fuma il 25% circa della
popolazione (14 milioni); attualmente le donne fumatrici sono in aumento mentre
si verifica una diminuzione fra i fumatori. La diminuzione più sensibile si
registra al Nord-Ovest. Nel mondo sono più di un miliardo e 200 milioni (il 33%
della popolazione oltre i quindici anni). La fascia d'età ove la percentuale è
più alta è quella fra i 25 e i 44 anni. Con l'accresciuta sensibilità alla cura
della propria salute, il fumo è diventato anche un fatto culturale; un rapporto
ISTAT (2001) indica come nelle famiglie con bambini in età prescolare, se
almeno un genitore è laureato, nel 61,7% dei casi nessuno fuma, con il diploma
la percentuale scende al 58,6%, con la licenza media al 45% e con la licenza
elementare al 25,4%. Il fumo di sigaretta è causa di molteplici patologie che
colpiscono diversi organi del nostro corpo.
Due dati per meditare:
1) Una sigaretta si brucia 30 mg di vitamina C, metà della RDA giornaliera.
2) In una stanza una sigaretta fa arrivare il livello di polveri sottili a 2000
microgrammi per metro cubo quando per fermare il traffico ne bastano 75.
La salute
Il fumo aumenta il rischio di ictus
cerebrale, aumenta le rughe del viso cui fa assumere una colorazione
giallastra, aumenta la frequenza cardiaca e il rischio d'infarto, favorisce il
deposito di grassi sulle pareti delle arterie, restringe i vasi sanguigni,
riducendo la temperatura delle parti periferiche del corpo, aumenta dell'80% il
rischio del tumore alla cervice uterina. Il danno più grave del fumo è comunque
a livello polmonare: enfisema e cancro del polmone sono patologie strettamente
connesse al fumo di sigaretta. Si calcola che nei primi decenni del XXI
sec. in Asia e in Africa si assisterà a una vera e propria epidemia di cancro
al polmone, a causa dell'incremento del vizio del fumo (anche di quattro volte
in dieci anni) presso popolazioni in cui l'informazione medica non è
sufficientemente presente.
Fumo passivo
Si deve tener conto anche dei danni
provocati dal cosiddetto fumo passivo (aspirazione di fumo da parte di non
fumatori) che in Italia provoca 10.000 morti all'anno. In Italia si calcola che
le persone che subiscono il fumo passivo sono circa quindici milioni e che un
25% ha meno di quattordici anni. I bambini sono esposti al fumo passivo
soprattutto in casa da parte dei genitori; oltre al danno diretto esiste anche
un danno a lungo termine: solo il 15% circa dei bambini con genitori che non
fumano diventerà un fumatore, mentre la percentuale sale oltre il 35% quando
entrambi i genitori fumano.
Perché smettere
La prima ragione per smettere è molto
semplice: per vivere più a lungo. Ci sono molte statistiche che
danno la vita persa per ogni sigaretta fumata. Riteniamo che non siano
abbastanza coinvolgenti perché nessuno si mette a calcolare quanti anni di vita
in media si perdano. Penso che sia più semplice dire che:
un fumatore perde in media un numero di anni pari alla
metà del numero di sigarette fumate al giorno.
I benefici per chi smette di fumare si
manifestano già dopo una settimana, ma diventano veramente sensibili dopo
qualche anno, a volte ristabilendo una situazione perfettamente normale.
Concludere che si deve smettere di fumare per la propria salute è
un'affermazione che molti fumatori incalliti rigettano dicendo (in parte anche
giustamente) che ognuno è libero di decidere la propria sorte (e la propria
morte!!!).
Partendo dal fatto che ci sarà pure un
motivo per cui la percentuale di fumatori è tanto più alta dove c'è meno
cultura, la motivazione si basa su alcune considerazioni difficilmente
contestabili:
Se ci si definisce fumatori "incalliti" tanto vale
definirsi tossicodipendenti e un tossicodipendente che non fa nulla per uscire
dalla sua situazione che valori può avere? È singolare che anche persone
nobilissime dal punto di vista morale fumino: se non ho rispetto del mio corpo
e di me stesso, come posso predicare il rispetto per gli altri, come posso
avere una morale quando per una sigaretta sarei pronto a venire a patti con la
mia coscienza?
Se ci si definisce fumatori "occasionali", si sarà
convinti che "si può smettere quando si vuole" ecc. Il danno fisico
per questi soggetti è limitato, per alcuni è addirittura assente; per altri
invece è presente e concorre ad aggravare altre patologie. Ma se non si riesce
a correggere i piccoli difetti come si può pretendere di correggere i grandi?
Alla fine conviene affermare che: “NON
FUMARE È INTELLIGENTE, MA LO È ANCORA DI PIÙ SMETTERE”.
Staff Progetto Art. 9
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