domenica 28 aprile 2013

IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO



Per ricordare l’importante avvenimento della Festa dei Lavoratori ogni 1° Maggio va in scena a Roma “IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO”. Questa rassegna musicale nasce nel 1990 e viene organizzata annualmente in piazza di Porta San Giovanni a Roma dai tre principali sindacati italiani: CGIL, CISL e UIL.
L'avvenimento fu ideato da Maurizio Illuminato e ogni anno richiama centinaia di migliaia di spettatori da tutta Europa, proponendo artisti italiani e di livello internazionale. Negli anni sul palco romano, oltre ai più grandi artisti italiani, si sono esibiti artisti internazionali del calibro di Robert Plant, Oasis e Iron Maiden.
La rassegna si svolge nel pomeriggio e vede esibirsi un gran numero di gruppi musicali italiani, solitamente della scena musicale indipendente. Ciascun gruppo si esibisce per breve tempo (tre/quattro canzoni) prima di lasciare spazio al successivo. L’evento viene trasmesso integralmente dalla RAI (attualmente da Rai 3).
Quest’anno il titolo della manifestazione è: "LA MUSICA PER IL NUOVO MONDO - SPAZI, RADICI, FRONTIERE”.
Condurrà la rassegna Geppi Cucciari. Il cast, tra gli altri, vedrà protagonisti: Francesco Di Giacomo e Vittorio Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso - Emidio Clementi dei Massimo Volume - Niccolò Fabi - Federico Zampaglione - Nicola Piovani - Tosca, voce nell'ensemble di Piovani - Giovanni Sollima e 100 Violoncellisti - Elio e Le Storie Tese - Max Gazzè - Cristiano De Andrè - Africa Unite - Enzo Avitabile e i Bottari.
Sono previsti circa 1 milione di spettatori.

Alessandro Scheiber e Giuseppe Maselli III D – Progetto Art. 9

PRIMO MAGGIO, FESTA DEI LAVORATORI

Questa festività viene celebrata in quasi tutte le Nazioni del mondo per ricordare i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori e per ribadire la centralità del lavoro nella vita della democrazia.
La festa ricorda le lotte dei lavoratori in America e in Europa, alla fine del XIX secolo, per la conquista delle otto ore lavorative. Lo slogan usato nelle manifestazioni era, infatti, “otto ore di lavoro, otto ore di svago, otto per dormire”.
Molte di queste giornate di lotta finirono tragicamente, con la polizia che sparava sui dimostranti causando morti e feriti, mentre le organizzazioni politiche e sindacali dei lavoratori subirono una feroce repressione.
La data del primo maggio fu proposta dal congresso della Seconda  Internazionale dei lavoratori, riunito a Parigi nel luglio del 1889, in ricordo dei martiri di Chicago, operai in sciopero davanti all'ingresso di una fabbrica di macchine agricole, che subirono la dura repressione della polizia, che non esitò a sparare sui manifestanti, uccidendone due e ferendone molti altri.
In Italia, tale ricorrenza venne festeggiata per la prima volta nel 1891 ma fu soppressa da Mussolini, che istituì la data del 21 aprile (Natale di Roma) per celebrare la Festa del lavoro italiano; dal 1945, con la Liberazione, il primo maggio è tornata a coincidere con la festa dei lavoratori.

Redazione Blog Formicola – Progetto Art. 9


AVVISO


AVVISO PER IL PERSONALE E LE FAMIGLIE DEGLI ALUNNI

Le attività didattiche dell’ISISS di Piedimonte Matese e della Sezione Associata dell'ITAS di Formicola riprenderanno Giovedì 2 maggio 2013. La sospensione delle attività didattiche per lunedì  29 e martedi 30 aprile sono state deliberate dal Consiglio d’Istituto. 

FESTA DI LIBERAZIONE



L’anniversario della Liberazione d’Italia, chiamata anche Festa della Liberazione, viene festeggiata in Italia il 25 aprile di ogni anno e rappresenta un giorno fondamentale per la storia d’Italia: la fine dell’occupazione nazista e il termine del ventennio fascista, avvenuto il 25 aprile 1945 al termine della Seconda Guerra Mondiale.
In tal giorno di quell’anno furono liberate Milano e Torino e si ebbe l’inizio di un percorso che avrebbe portato al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta tra Monarchia e Repubblica. Dal 1946 è considerata Festa Nazionale e in molte città vengono organizzate manifestazioni, cortei e commemorazioni in memoria dell’evento.
Per combattere il dominio nazifascista si era organizzata la resistenza formata dai partigiani. Questi erano uomini, donne, giovani, anziani, preti, militari, persone di diversi ceti sociali, diverse idee politiche e religiose, ma che avevano in comune la volontà di lottare personalmente, ognuno con i propri mezzi, per ottenere la democrazia, il rispetto della libertà individuale e l’uguaglianza.
L’unità di forze diverse tra loro, con una generosità straordinaria, condusse il paese fuori dal baratro della dittatura nazifascista, inaugurando una stagione di grande entusiasmo e rigenerazione civile. Sarebbe il caso di ritrovare anche oggi quell’impulso, quel prendersi per mano con fermezza e intelligenza, per intraprendere sentieri comuni e imprescindibili.

Daniele Gambero I D - Progetto Art. 9

venerdì 26 aprile 2013

LE DONNE PARTIGIANE



Le donne nella Resistenza Italiana rappresentarono una componente fondamentale per il movimento partigiano nella lotta contro il nazifascismo. Esse lasciarono i loro ruoli di donne e di madri e lottarono per riconquistare la libertà e la giustizia del proprio paese ricoprendo funzioni di primaria importanza.
In tutte le città le donne partigiane lottavano quotidianamente per recuperare beni di massima necessità per il sostentamento dei compagni. Vi erano gruppi organizzati di donne che svolgevano propaganda antifascista, raccoglievano fondi ed organizzavano assistenza ai detenuti politici ed erano impegnate anche nel mantenimento delle comunicazioni oltre che nelle operazioni militari. Le donne che parteciparono alla Resistenza, facevano parte di organizzazioni come  Gruppi di Azione Patriottica (GAP) e le Squadre di Azione Patriottica (SAP), ed inoltre, fondarono dei Gruppi di Difesa della Donna, aperti a tutte le donne di ogni ceto sociale e di ogni fede politica o religiosa, che volessero partecipare all'opera di liberazione della patria e lottare per la propria emancipazione, per garantire i diritti delle donne, sovente diventate capifamiglia, al posto dei mariti arruolati nell'esercito.
I ruoli che ricoprirono furono molteplici: dalla partecipazione alle agitazioni nelle piazze, dalla pericolosa attività di spola nell’Italia allora divisa in due dalla ‘Linea Gotica’, al rifocillamento dei feriti, alla raccolta di armi, munizioni e indumenti e, infine, alla dura e sanguinosa lotta sulle montagne. La Resistenza, per quanto grande potesse essere il coraggio degli uomini, non sarebbe stata possibile senza le donne; la loro funzione è stata meno appariscente, ma essenziale. I primi corrieri e informatori partigiani furono le donne. Inizialmente portavano assieme agli aiuti in viveri e indumenti le notizie da casa e le informazioni sui movimenti del nemico. Ben presto questo lavoro spontaneo diventò organizzato, ed ogni distaccamento creò le proprie staffette, che si specializzarono nel fare la spola tra i centri abitati e i comandi delle unità partigiane. Il loro apporto fu massiccio sin dai primi momenti della lotta partigiana arrivando fino agli ultimi giorni dell’aprile 1945, con la completa liberazione del Paese.
Purtroppo non è possibile citare cifre che descrivano esattamente quante donne aderirono e si sacrificarono per la Resistenza perché molte di loro appena conclusa la lotta ritornarono alla loro vita familiare e di lavoro, scegliendo l’anonimato, ma secondo le statistiche ufficiali, le cosiddette "partigiane combattenti" furono circa 35 mila.
Ogni anno il 25 Aprile si festeggia "La Festa della Liberazione", questa festa è indispensabile per tutti noi perchè ci aiuta a non dimenticare che migliaia di persone morirono per garantirci i diritti democratici dei quali oggi godiamo.
Ilaria Piserà III D - Progetto Art. 9

lunedì 22 aprile 2013

23 APRILE, GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO



Il 23 aprile è la giornata internazionale del libro e del diritto d'autore, proclamata dall'UNESCO per difendere e promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale. A partire dal 1996, viene organizzata ogni anno in questo giorno con numerose manifestazioni in tutto il mondo. L'obiettivo della Giornata è quello di incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e a valorizzare il contributo che gli autori danno al progresso sociale e culturale dell'umanità. Il 23 aprile è stato scelto in quanto è il giorno in cui sono morti tre importanti scrittori: lo spagnolo Miguel de Cervantes, l'inglese William Shakespeare e il peruviano Inca Garcilaso de la Vega.
La giornata del libro viene festeggiata ogni anno in Catalogna già dal 1926, inizialmente il 7 ottobre, ma dal 1931 la giornata fu spostata al 23 aprile, festa di San Giorgio, patrono della Catalogna. Una tradizione di origine medievale vuole che in questo giorno ogni uomo regali una rosa alla sua donna; in memoria di questa tradizione, i librai della Catalogna usano regalare una rosa per ogni libro venduto il 23 aprile.
In Italia, nel 2011, sono “spariti” circa 730 mila “lettori forti”, anche per la crisi economica, e in 10 anni circa 300 librerie indipendenti sono state costrette a chiudere per la diffusione di librerie on line, per la concorrenza dei supermercati che vendono libri, per i costi dell'affitto e del personale. Va inoltre ricordato che al libraio spetta il 27% del prezzo di copertina e il prezzo è fisso; inoltre, i libri vanno pagati prima di essere venduti (un tempo gli editori consentivano di fare gli ordini senza pagare l'anticipo) e il mercato sforna titoli in modo incontrollato, per cui diventa sempre più difficile orientarsi, scegliere e assortire. E se non si ha un buon assortimento di libri, non si effettua un buon lavoro.
700 mila titoli all'anno e 730 mila lettori in meno è un paradosso di cui i librai fanno le spese, vittime di un sistema che non funziona, a partire dalla scuola e dall'abitudine alla lettura che non viene coltivata. Il calo della vendita dei libri è un segnale di imbarbarimento culturale del nostro Paese; persino in Grecia, Paese che subisce una crisi economica molto più grave della nostra, la vendita di libri non ha subito il tracollo italiano, mentre in Europa ovunque si cresce.
Perciò, leggiamo un po' di più, guardiamo un po' meno televisione e passiamo un po' meno tempo sui social network. Perché leggere, come ci ricorda Vittorio Alfieri, “vuol dire profondamente pensare”.
BUONA LETTURA A TUTTI !!!

Antonio Civitella, V D

lunedì 15 aprile 2013

CASAVECCHIA, UN'ECCELLENZA DELLE NOSTRE TERRE


Il vino rosso Casavecchia di Pontelatone in pochi anni si è affermato nel panorama enologico nazionale quale prodotto di alta qualità; la denominazione di origine controllata è riservata solo ai vini prodotti in alcuni comuni del casertano (tra cui Castel di Sasso, Formicola, Liberi e Pontelatone), situati tra la media valle del Volturno e le falde del Monte Maggiore, che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti.
Secondo una leggenda, agli inizi del Novecento, un contadino, Prisco Scirocco di Pontelatone, ritrovò un vecchissimo ceppo, secondo alcuni studi di ben tre secoli prima, di circa un metro di diametro, sopravvissuto alla filossera e alla peste oidica. Molti agricoltori della zona chiesero i rami 'e chella casa vecchia (di quella casa vecchia, da cui il nome Casavecchia) per reimpiantare i propri vigneti. Probabilmente è la stessa uva di un vino famoso decantato da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia, il Trebulanum, il vino dei soldati prodotto a Trebula Baliniensis, l'attuale Treglia di Pontelatone.
Il vitigno Casavecchia è molto vigoroso ma di scarsa produttività (resa: 60 q/ha); il grappolo è piuttosto grande e allungato; l'allevamento va dalla spalliera fino all'alberello e l'uva viene raccolta nella prima decade di ottobre. La vinificazione richiede fermentazione a temperatura controllata in acciaio; il vino matura dodici mesi in botti di rovere, la stagionatura continua in bottiglia. Ha un intenso colore rubino e una gradazione alcolica di 13,5 %.
Il vino a denominazione di origine controllata Casavecchia di Pontelatone viene sottoposto a un periodo minimo di invecchiamento obbligatorio di due anni di cui almeno uno in legno; per la tipologia riserva, l'invecchiamento deve essere di non meno di tre anni di cui almeno 18 mesi in legno.
A tavola, si abbina a primi piatti con ragù di carne, salumi, salsicce, carni rosse alla griglia, capretto e agnello al forno, carne di bufala e formaggi stagionati.
BUON APPETITO!!!

Emanuele Munno, V D

mercoledì 10 aprile 2013

CONSIGLI DI CLASSE



Sono convocati, nella sede associata dell’Istituto Tecnico Agrario di Formicola, i Consigli di Classe della sezione D secondo il seguente calendario:

MARTEDI 23 APRILE 2013

1^ D dalle ore 14.30 alle ore 15.30
2^ D dalle ore 15.30 alle ore 16.30
3^ D dalle ore 16.30 alle ore 17.30
4^ D dalle ore 17.30 alle ore 18.30
5^ D dalle ore 18.30 alle ore 19.30

INCONTRO SCUOLA FAMIGLIA


I genitori degli alunni dell’ITAS di Formicola sono invitati LUNEDI 22 APRILE 2013, dalle ore 15.00 alle ore 18.00 a conferire con i docenti, presso la sede dell’ITAS di Formicola, per aggiornarsi sull’andamento didattico-disciplinare.

mercoledì 3 aprile 2013

MELINA - CON RABBIA E CON SAPERE



“MELINA – CON RABBIA E CON SAPERE” è un film interamente girato nei luoghi della provincia di Reggio Calabria. Racconta l'instancabile coraggio di Melina un'adolescente che sogna di diventare una scrittrice di successo, malgrado le difficoltà di vivere in una realtà provinciale ed arretrata. Gran parte del cast del film è stato reclutato dal regista tra ben 12 mila studenti delle scuole superiori calabresi. E’ il caso, ad esempio, della protagonista Melina, interpretata da Giovanna Cacciola, ma anche di Giuseppe, interpretato da Davide Bruno, e di Ciccio, impersonato da Giando Gattuso. Nel cast spicca la prestigiosa presenza, del tutto eccezionale, del regista Pupi Avati e del fratello Antonio, produttore e sceneggiatore, che interpretano se stessi. La pellicola è stata considerata dal Ministero dei Beni Culturali meritoria del riconoscimento quale opera di interesse culturale. La trama del film si snoda intorno alle vicende di Melina, ragazza di 16 anni il cui più grande sogno è quello di divenire un giorno una scrittrice di fama. La realtà provinciale ed arretrata in cui vive però risulta ostile a chi persegue obiettivi artistici e letterari. Melina però non è la sola a combattere la propria sfida di realizzazione personale. Anche suo fratello minore Giuseppe, innamorato del cinema, e Ciccio, giovane atleta che sogna la partecipazione alle Olimpiadi, vivono le loro speranze ed i loro sogni in un ambiente sociale particolarmente difficile.
Un film sicuramente che vale la pena vedere.