domenica 17 febbraio 2013

IL BULLISMO




Il fenomeno dal bullismo si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese, come purtroppo già avviene in altre nazioni. Il termine stesso viene dalla parola inglese bullying, che significa compiere aggressioni fisiche o verbali ripetute e violente nei confronti di un compagno più piccolo o meno forte. E' oggetto di bullismo chi riceve insulti, minacce, ma anche chi viene ridicolizzato con soprannomi ''antipatici'' o crudeli, chi è oggetto di pettegolezzi o dicerie, chi viene offeso per il proprio aspetto fisico, la sua religione o provenienza etnica, chi è escluso dalle amicizie e dai giochi, con l'intento di isolarlo. Gli episodi di bullismo hanno come protagonisti il bullo e la vittima, due ruoli opposti ma complementari, a cui si aggiunge quello degli spettatori, ovvero i compagni di classe o gli altri componenti del gruppo. Questi ultimi hanno un'importanza fondamentale,in quanto possono sostenere il bullo e isolare la vittima, o,al contrario,isolare il bullo e schierarsi dalla parte della vittima. Le condizioni affinché si possa parlare di bullismo sono due: la sproporzione di forze tra i due e la frequenza con cui i maltrattamenti si ripetono. Si può parlare di bullismo, e non di semplici giochi o contese tra amici, quando il molestato non può o non riesce a difendersi per motivi fisici o caratteriali. E' diverso il caso in cui due ragazzi della stessa età o della stessa forza litigano tra loro. Nel bullismo infatti il prepotente sceglie come vittima un ragazzo di cui sa che non è in grado di difendersi. Non è vero inoltre che questo fenomeno riguardi solo i maschi: spesso anche tra le ragazze si verificano episodi di bullismo. Anche senza ricorrere alla violenza fisica, le femmine possono essere altrettanto prepotenti, escludendo una compagna,mettendo in giro voci spiacevoli sul suo conto, deridendola per il suo aspetto fisico.
A volte il bullo proviene da una realtà familiare difficile o da un contesto sociale di povertà o di abbandono. Molto spesso però, si tratta di ragazzi normali che vivono apparentemente in una famiglia regolare e senza problemi.
Le vittime sono invece generalmente ragazzi timidi e un pò insicuri che hanno una scarsa stima di se e problemi a relazionarsi con gli altri. Gli spettatori, infine sono gli altri compagni di classe che denunciando, non aiutando o semplicemente facendo finta di non vedere quando accade in classe, finiscono per essere complici del bullo. Secondo alcuni studiosi, sono anche i condizionamenti della società contemporanea, l'influenza di tv e videogiochi violenti ad aver provocato una crescita allarmante di questo fenomeno. L'educazione familiare e quella scolastica hanno in questo senso un ruolo fondamentale: spetta a loro insegnare qual'è il confine tra lo scherzo e il reato, tra la bonaria presa in giro e i veri e propri atti di teppismo. Episodi di bullismo, di violenza fisica o psicologica talvolta inaudita si verificano a partire dalle elementari, fino alle superiori. Ma non bisogna abbattersi, bisogna avere il coraggio di ribellarsi.

Anna Neri e Anna Carano

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