Come preannunciato dalla fumata bianca dalla
“ciminiera” della Cappella Sistina, alle
19.06 di mercoledì 13 marzo è stato eletto un nuovo papa. “Habemus
papam”: alle 20.12, il cardinale protodiacono Tauran ha annunciato l'elezione
di Jorge Mario Bergoglio, che ha adottato il nome di Francesco.
Il 266° vescovo di Roma ha 76 anni, è di nazionalità
argentina e appartiene ai chierici regolari della Compagnia di Gesù. È il primo
gesuita a diventare papa, il primo proveniente dall'Argentina e, quindi, da un
continente extraeuropeo, e il primo papa ad assumere il nome di Francesco, in
onore di San Francesco d'Assisi. Papa Bergoglio ha detto, infatti, di volere
una “Chiesa povera per i poveri” e di rivolgere la sua attenzione ai più
deboli, agli ultimi. San Francesco, circa 800 anni fa, andò in soccorso della
Chiesa di Roma in risposta alla chiamata avuta in sogno di riparare la Chiesa;
oggi, il papa Francesco intende assumere la missione di ritorno al Vangelo
“sine glossa”, cioè senza adattamenti.
Questo nuovo papa sarà un degno successore di papa
Wojtyla e di papa Ratzinger? Noi pensiamo di sì, anche per i semplici gesti
compiuti dal giorno della sua elezione, che lo hanno fatto entrare nel cuore
dei fedeli: la scelta di indossare una croce di ferro e non d'oro; l'essersi
mostrato senza stola e mozzetta; la recita di preghiere semplici; il cucinarsi
da sé; lo spostarsi in bicicletta, autobus o metropolitana.
Auguri al nostro nuovo pontefice Francesco.
Giuseppe Ricciardi, V D
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