Le donne nella
Resistenza Italiana rappresentarono una componente fondamentale per il
movimento partigiano nella lotta contro il nazifascismo. Esse lasciarono i loro
ruoli di donne e di madri e lottarono per riconquistare la libertà e la
giustizia del proprio paese ricoprendo funzioni di primaria importanza.
In tutte le
città le donne partigiane lottavano quotidianamente per recuperare beni di
massima necessità per il sostentamento dei compagni. Vi erano gruppi
organizzati di donne che svolgevano propaganda antifascista, raccoglievano fondi
ed organizzavano assistenza ai detenuti politici ed erano impegnate anche nel
mantenimento delle comunicazioni oltre che nelle operazioni militari. Le donne
che parteciparono alla Resistenza, facevano parte di organizzazioni come Gruppi di Azione
Patriottica (GAP) e le Squadre di Azione Patriottica (SAP), ed
inoltre, fondarono dei Gruppi di Difesa della Donna, aperti a tutte le
donne di ogni ceto sociale e di ogni fede politica o religiosa, che volessero
partecipare all'opera di liberazione della patria e lottare per la propria
emancipazione, per garantire i diritti delle donne, sovente diventate
capifamiglia, al posto dei mariti arruolati nell'esercito.
I ruoli che
ricoprirono furono molteplici: dalla partecipazione alle agitazioni nelle
piazze, dalla pericolosa attività di spola nell’Italia allora divisa in due
dalla ‘Linea Gotica’, al rifocillamento dei feriti, alla raccolta di armi,
munizioni e indumenti e, infine, alla dura e sanguinosa lotta sulle montagne.
La Resistenza, per quanto grande potesse essere il coraggio degli uomini, non
sarebbe stata possibile senza le donne; la loro funzione è stata meno appariscente,
ma essenziale. I primi corrieri e informatori partigiani furono le donne.
Inizialmente portavano assieme agli aiuti in viveri e indumenti le notizie da
casa e le informazioni sui movimenti del nemico. Ben presto questo lavoro
spontaneo diventò organizzato, ed ogni distaccamento creò le proprie staffette,
che si specializzarono nel fare la spola tra i centri abitati e i comandi delle
unità partigiane. Il loro apporto fu massiccio sin dai primi momenti della
lotta partigiana arrivando fino agli ultimi giorni dell’aprile 1945, con la
completa liberazione del Paese.
Purtroppo non è
possibile citare cifre che descrivano esattamente quante donne aderirono e si
sacrificarono per la Resistenza perché molte di loro appena conclusa la lotta ritornarono
alla loro vita familiare e di lavoro, scegliendo l’anonimato, ma secondo le
statistiche ufficiali, le cosiddette "partigiane combattenti" furono
circa 35 mila.
Ogni anno il 25
Aprile si festeggia "La Festa della Liberazione", questa festa è
indispensabile per tutti noi perchè ci aiuta a non dimenticare che migliaia di
persone morirono per garantirci i diritti democratici dei quali oggi godiamo.
Ilaria Piserà
III D - Progetto Art. 9
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