venerdì 26 aprile 2013

LE DONNE PARTIGIANE



Le donne nella Resistenza Italiana rappresentarono una componente fondamentale per il movimento partigiano nella lotta contro il nazifascismo. Esse lasciarono i loro ruoli di donne e di madri e lottarono per riconquistare la libertà e la giustizia del proprio paese ricoprendo funzioni di primaria importanza.
In tutte le città le donne partigiane lottavano quotidianamente per recuperare beni di massima necessità per il sostentamento dei compagni. Vi erano gruppi organizzati di donne che svolgevano propaganda antifascista, raccoglievano fondi ed organizzavano assistenza ai detenuti politici ed erano impegnate anche nel mantenimento delle comunicazioni oltre che nelle operazioni militari. Le donne che parteciparono alla Resistenza, facevano parte di organizzazioni come  Gruppi di Azione Patriottica (GAP) e le Squadre di Azione Patriottica (SAP), ed inoltre, fondarono dei Gruppi di Difesa della Donna, aperti a tutte le donne di ogni ceto sociale e di ogni fede politica o religiosa, che volessero partecipare all'opera di liberazione della patria e lottare per la propria emancipazione, per garantire i diritti delle donne, sovente diventate capifamiglia, al posto dei mariti arruolati nell'esercito.
I ruoli che ricoprirono furono molteplici: dalla partecipazione alle agitazioni nelle piazze, dalla pericolosa attività di spola nell’Italia allora divisa in due dalla ‘Linea Gotica’, al rifocillamento dei feriti, alla raccolta di armi, munizioni e indumenti e, infine, alla dura e sanguinosa lotta sulle montagne. La Resistenza, per quanto grande potesse essere il coraggio degli uomini, non sarebbe stata possibile senza le donne; la loro funzione è stata meno appariscente, ma essenziale. I primi corrieri e informatori partigiani furono le donne. Inizialmente portavano assieme agli aiuti in viveri e indumenti le notizie da casa e le informazioni sui movimenti del nemico. Ben presto questo lavoro spontaneo diventò organizzato, ed ogni distaccamento creò le proprie staffette, che si specializzarono nel fare la spola tra i centri abitati e i comandi delle unità partigiane. Il loro apporto fu massiccio sin dai primi momenti della lotta partigiana arrivando fino agli ultimi giorni dell’aprile 1945, con la completa liberazione del Paese.
Purtroppo non è possibile citare cifre che descrivano esattamente quante donne aderirono e si sacrificarono per la Resistenza perché molte di loro appena conclusa la lotta ritornarono alla loro vita familiare e di lavoro, scegliendo l’anonimato, ma secondo le statistiche ufficiali, le cosiddette "partigiane combattenti" furono circa 35 mila.
Ogni anno il 25 Aprile si festeggia "La Festa della Liberazione", questa festa è indispensabile per tutti noi perchè ci aiuta a non dimenticare che migliaia di persone morirono per garantirci i diritti democratici dei quali oggi godiamo.
Ilaria Piserà III D - Progetto Art. 9

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