Il 23 aprile è la giornata internazionale del libro
e del diritto d'autore, proclamata dall'UNESCO per difendere e promuovere la
lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà
intellettuale. A partire dal 1996, viene organizzata ogni anno in questo giorno
con numerose manifestazioni in tutto il mondo. L'obiettivo della Giornata è
quello di incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e a valorizzare il
contributo che gli autori danno al progresso sociale e culturale dell'umanità.
Il 23 aprile è stato scelto in quanto è il giorno in cui sono morti tre
importanti scrittori: lo spagnolo Miguel
de Cervantes, l'inglese William
Shakespeare e il peruviano Inca
Garcilaso de la Vega.
La giornata del libro viene festeggiata ogni anno in
Catalogna già dal 1926, inizialmente il 7 ottobre, ma dal 1931 la giornata fu
spostata al 23 aprile, festa di San Giorgio, patrono della Catalogna. Una
tradizione di origine medievale vuole che in questo giorno ogni uomo regali una
rosa alla sua donna; in memoria di questa tradizione, i librai della Catalogna
usano regalare una rosa per ogni libro venduto il 23 aprile.
In Italia, nel 2011, sono “spariti” circa 730 mila
“lettori forti”, anche per la crisi economica, e in 10 anni circa 300 librerie
indipendenti sono state costrette a chiudere per la diffusione di librerie on
line, per la concorrenza dei supermercati che vendono libri, per i costi
dell'affitto e del personale. Va inoltre ricordato che al libraio spetta il 27%
del prezzo di copertina e il prezzo è fisso; inoltre, i libri vanno pagati
prima di essere venduti (un tempo gli editori consentivano di fare gli ordini
senza pagare l'anticipo) e il mercato sforna titoli in modo incontrollato, per
cui diventa sempre più difficile orientarsi, scegliere e assortire. E se non si
ha un buon assortimento di libri, non si effettua un buon lavoro.
700 mila titoli all'anno e 730 mila lettori in meno
è un paradosso di cui i librai fanno le spese, vittime di un sistema che non
funziona, a partire dalla scuola e dall'abitudine alla lettura che non viene
coltivata. Il calo della vendita dei libri è un segnale di imbarbarimento
culturale del nostro Paese; persino in Grecia, Paese che subisce una crisi
economica molto più grave della nostra, la vendita di libri non ha subito il
tracollo italiano, mentre in Europa ovunque si cresce.
Perciò, leggiamo un po' di più, guardiamo un po'
meno televisione e passiamo un po' meno tempo sui social network. Perché
leggere, come ci ricorda Vittorio Alfieri, “vuol dire profondamente pensare”.
BUONA LETTURA A TUTTI !!!
Antonio Civitella, V D
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