Il vino rosso Casavecchia
di Pontelatone in pochi anni si è affermato nel panorama enologico
nazionale quale prodotto di alta qualità; la denominazione di origine
controllata è riservata solo ai vini prodotti in alcuni comuni del casertano
(tra cui Castel di Sasso, Formicola, Liberi e Pontelatone), situati tra la
media valle del Volturno e le falde del Monte Maggiore, che rispondono alle
condizioni ed ai requisiti stabiliti.
Secondo una leggenda, agli inizi del Novecento, un
contadino, Prisco Scirocco di Pontelatone, ritrovò un vecchissimo ceppo,
secondo alcuni studi di ben tre secoli prima, di circa un metro di diametro,
sopravvissuto alla filossera e alla peste oidica. Molti agricoltori della zona
chiesero i rami 'e chella casa vecchia
(di quella casa vecchia, da cui il
nome Casavecchia) per reimpiantare i
propri vigneti. Probabilmente è la stessa uva di un vino famoso decantato da
Plinio il Vecchio nella Naturalis
Historia, il Trebulanum, il vino
dei soldati prodotto a Trebula
Baliniensis, l'attuale Treglia di Pontelatone.
Il vitigno Casavecchia
è molto vigoroso ma di scarsa produttività (resa: 60 q/ha); il grappolo è
piuttosto grande e allungato; l'allevamento va dalla spalliera fino
all'alberello e l'uva viene raccolta nella prima decade di ottobre. La
vinificazione richiede fermentazione a temperatura controllata in acciaio; il
vino matura dodici mesi in botti di rovere, la stagionatura continua in
bottiglia. Ha un intenso colore rubino e una gradazione alcolica di 13,5 %.
Il vino a denominazione di origine controllata Casavecchia di Pontelatone viene
sottoposto a un periodo minimo di invecchiamento obbligatorio di due anni di
cui almeno uno in legno; per la tipologia riserva,
l'invecchiamento deve essere di non meno di tre anni di cui almeno 18 mesi in
legno.
A tavola, si abbina a primi piatti con ragù di
carne, salumi, salsicce, carni rosse alla griglia, capretto e agnello al forno,
carne di bufala e formaggi stagionati.
BUON APPETITO!!!
Emanuele Munno, V D
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